Mussini
E’ difficile cercare dei paragoni con i grandi campioni del passato pensando a
Mussini. Non e’ mai esistito un giocatore come lui ed e’ piuttosto improbabile
che ne esistera’ uno simile in futuro, perlomeno difficilmente potra’ creare
un’impatto superiore a quello che Mussini creo’ con il suo tipo di gioco
particolare. E’ indubbio che piu’ si andra’ avanti nel tempo piu’ i giocatori
diventeranno forti, atletici e resistenti, ma se dovessimo tracciare una linea
fra il passato e il futuro del gioco stesso, senza alcun dubbio la si puo’
tracciare il giorno d’esordio di un’allor giovane ed inesperto stefano
Mussini.
A 17 anni , in seguito ad uno sviluppo molto rapido ed indubbiamente anormale,
Mussini esodri’ tra lo stupore generale nel finale di una partita di
Interregionale per il Matera. La partita era sul risultato di due a zero, e
mancavano sette minuti al novantesimo. Mussini entro’ e fece due gol,
sfiorando il terzo. Non fu portato in trionfo sulle spalle dei propri
compagni, ma fu festeggiato da una folla incredula,sotto lo sguardo convinto
dell’allenatore che annuiva e sorrideva come se avesse vinto una scommessa.
Era il 7 giugno 2008.
La stessa estate fu aggregato in maniera permanente alla prima squadra, dato
che l’anno prima era stato inserito negli allievi solamente agli inizi di
maggio, completamente fuori allenamento e senza una precedente esperienza in
una squadra calcistica. Si dice che il primo pallone che calcio’ fu nel mese
di febbraio dello stesso anno, cercando di rimandare indietro un pallone in un
campetto di periferia a dei bambini che l’avevano perso. Ironicamente il
pallone non ritorno’ mai nelle mani dei bambini.
Durante la prima stagione degl allenamenti fu subito evidente che il tipo di
gioco particolare di Mussini richiedeva un diverso tipo di allenamento, e
l’allenatore Demuri preparo’ una tabella diversa per il giocatore, una dieta
speciale e una serie di allenamenti specifici atti a migliorare la precisione
nei tiri piu che la condizione fisica. Fin da subito parve evidente che
c’erano poche speranze e forse nessunissima voglia di farlo, dato che la forza
del giocatore risiedeva interamente nella sua mole, piu’ che nella sua
tecnica.
All’esordio Mussini segno’ due gol e prese tre traverse, aiutando la sua
squadra a vincere la partita quattro a uno.
Nelle seguenti dieci partite fece ventun gol. Era diventato gia’ un fenomeno
senza ancora raggiungere la maggiore eta’.
Di carattere estremamente schivo, Mussini ebbe in seguito enormi problemi ad
adattarsi alla popolarita’, che lo raggiunse non appena fu ingaggiato quella
stessa stagione da una squdra di serie A, la Genoa.il trasferimeno, in effetti
, non ebbe precedenti. Non era mai successo che un giocatore cosi’ giovane
venisse prelevato a campionato in corso e facesse un salto cosi’ enorme di
categorie.
Le altre squadre guardarono con molta curiosita’ l’arrivo del giocatore nella
citta’ ligure, ma con estrema diffidenza, nonostante il numero di reti segnate
in cosi’ poche partite. Sembrava impossibile che un giocatore del genere
potesse trovare spazio nel campionato di serie A.
Arrivato a Genova, Mussini era per gli standard di quel tempo, completamente
fuori forma. Il primo errore dello staff tecnico fu quello di cercare di farlo
rientrare nei canoni correnti di efficenza sportiva, il secondo fu quello di
non farlo giocare per tre mesi.
Arrivati alla fine della stagione, con la squadra salva e tranquillamente
ancorata a centroclassifica, l’allenatore decise di dare la grande chance al
ragazzo. Emozionato, si scaldo’ per quasi mezzora, con esercizi minimi ,
circondato dalle risate del pubblico che senza pieta’ lo canzonava per via del
suo aspetto fisico.ci fu un fallo a due metri dall’area, l’allenatore decise
il cambio.
Il resto e’ storia.
Chiuse il campionato con quattro gol in tre partite, una media bassa per i
suoi standard, ma in totale gioco’ trentaquattro minuti, subentrando sempre
nel secondo tempo.
La stagione successiva nonostante alcune voci di mercato, videro mussini
rimanere nel capoluogo ligure. La preparazione per lui era completamente
differenziata, e si punto’ piu’ sulla potenza e sulla precisione piuttosco che
sulla forma fisica. Tuttavia, nonostante fosse un’attrazione per il pubblico,
il tecnico ancora non si azzardava a farlo giocare dall’inizio, riservandogli
delle apparizioni sporadiche, quasi sempre coronate da segnature varie.
Alla terza giornata di campionato, ci fu la sua prima volta in serie A da
titolare. Diverse assenze furono a lui favorevoli e imbottendo la squadra di
centrocampisti, si riusci’ a trovare un posto anche per lui.
Fondamentalmente faceva lo spettatore durante la partita, a parte sporadici
tocchi di ritorno e ancor piu’ rari lanci lunghi, ma le punizioni e i calci
piazzati erano tutte sue.in quella partita segno’ due gol, uno da quaranta
metri, l’altro con una mina micidiale dal limite, che passo’ fortunosamente
attraverso la barriera a velocita’ innaturale. Non si era mai visto un
calciatore di 140 chili in campo calciare con tanta forza. A dire il vero, non
si era mai visto un giocatore cosi’ grosso in tutta la storia del calcio.
Mussini incrino’ le piu’ radicatie idee sul calcio, sulla disposizione dei
giocatori, sui moduli, introducendo la figura dello specialista a tutto tondo,
piu’ propria a sport d’oltreoceano che al football di origini britanniche;
tuttavia, proprio la sua imponente unicita’ fu motivo di infinite discussioni
che culminarono, inizialmente, quando un giocatore colpito al volto da una sua
punizione svenne e fu ricoverato con una commozione celebrale, guaribile in 21
giorni.
Dopo il quarto ricovero in meno di tre settimane, i giocatori incominciarono
ad avere un’altro tipo di atteggiamento nei confronti di questo gigante
bonaccione ma dalla castagna assassina. Ad ogni punizione, i poveri candidati
alla barriera erano meno convinti dell’importanza di salvare la propria porta
da un gol rimettendoci in salute, e ci furono verso la tredicesima di
campionato, i primi casi di giocatori che si scansarono vedendosi in
traiettoria dei missili terra aria. Alla ventesima giornata, la squadra
avversaria del Genoa si rifiuto’ di scendere in campo se contro di loro avesse
giocato anche Mussini. A quel tempo era gia’ sicuramente capocannoniere
dall’alto dei suoi 32 goal. La cosa creo’ imbarazzo, ma non fece fare una
piega ai dirigenti della squadra, dato che di fatto non si stava violando
nessuna legge. La partita venne vinta a tavolino, ma la domenica successiva,
mussini fu lasciato in panchina ,in attesa che le polemiche scemassero.
In realta’ la vera motivazione era una megaofferta ricevuta da parte
dell’Inter che cercava di battere la concorrenza delle altre squadre
proponendo un mega-contratto di quindici anni al colossale calciatore.
L’operazione era cosi’ complessa che richedeva non solo un finanziamento
eccezionale, ma anche una revisione della squadra stessa che doveva adattarsi
a giocare praticamente in dieci, avendo d’altro canto , quasi garantiti
uno-due goal a partita. Mussini non era particolarmente contento di trovarsi
al centro della piu’ grossa operazione di calciomercato che la storia
ricordasse, ma le sue tasche sarebbero state cosi’ gonfie da garantirgli
tranquillita’ per tutta la vita a lui e alla sua famiglia, cosi’ accetto’ di
buon grado.
Fini’ segnando un totale di 41 goal, aiutando il vecchio grifone a
qualificarsi per la coppa uefa. L’ultima giornata i tifosi rossoblu’ rimasero
in silenzio per tutta la partita, commossi, lanciandosi in un enorme coro ad
accompagnare l’uscita del giocatore cui fu riservato un giro d’onore che duro’
tantissimo.
L’anno dopo ricevette la prima chiamata in nazionale, anche se non gioco’
nella partita ma rimase in panchina. Il CT ricevette molte critiche, non solo
per aver perso, ma per non aver voluto sperimentare un nuovo modulo di gioco
che sfruttasse l’abilita’ unica di mussini. I mondiali erano alle porte e la
nazionale non aveva fino ad allora impressionato, denotando una mancanza di
talenti che da tempo non si riscontrava, forse a causa di un campionato
sommerso da stranieri di dubbio talento. L’esordio , comunque avvenne la
partita dopo, che fini’ quattro a zero , sfruttando un metodo mussinicentrico
che contribui’ con una doppietta con le sue solite punizioni bomba.
La gazzetta titolo’ ‘mussini punisce ancora’, il giocatore fu portato in
trionfo, il CT ammise che la strada da seguire era quella e inizio’ a
programmare un paio di match addizionali per provare il nuovo schema
(fondamentalmente faceva giocare in 10 contro 11).
All’inter, nel frattempo , si cercava di integrare quanto piu’ possibile il
giocatore negli schemi della squadra, lavorando non piu’ solamente sulla
potenza e sulla precisione dei tiri, ma anche alla sua posizione in campo.
Fino ad allora, fondamentalmente mussini era avulso dal gioco, quasi schivato
dai suoi compagni che non lo servivano anche se era libero, dato che la sua
lentezza era tale da impedirgli di essere parte attiva delle azioni in
velocita’. Il gioco della sua squadra invece, decise di giocargli attorno,
sfruttando i suoi lanci lunghi e la velocita’ degli attaccanti. Diventarono
sempre piu’ frequenti i passaggi all’indietro che venivano immediatamente
rilanciati in avanti con potenza e precisione, l’idea era di coinvolgere il
piu’ possibile un giocatore che era comunque eccezionale, mai si era visto un
giocatore cosi’ tanto decisivo. In genere, quando veniva sostituito, bisognava
sostituire altri due giocatori assieme a lui, per riequilibrare la squadra, ma
il risultato era sorprendente. L’inter vinse il campionato con cinque giornate
di anticipo.
Il mondiale invece non venne vinto, venne giocato male e l’italia usci’ al
primo turno, molto semplicemente perche’ mussini si fece male e non partecipo’
quindi venne meno tutta la preparazione che la selezione nazionale aveva fatto
per giocare facendo a meno di un giocatore ma contando di guadagnare un paio
di goal a partita. Mussini si ruppe i legamenti del ginocchio, in uno scontro
forse non troppo fortuito con un giocatore che qualche mese prima era stato
messo ko da una sua punzione; subito scatto’ la rissa in campo, con il
giocatore che con fatica veniva trasportato fuori dal campo. Nonostante la
pubbliche scuse ricevute in seguito, la cattiveria con cui l’intervento era
stato effettuato colpirono enormemente il giocatore, che risenti’ dei postumi
psicologici dell’evento per molti anni.
Dopo l’operazione, in realta’, furono in molti ad avere parecchi dubbi
riguardo ad un effettivo recupero, ma un Mussini al 50% era comunque un’affare
e tutto il mondo calcistico attendeva con ansia il suo rientro. I tempi furono
particolarmente lunghi, perche’ il peso del giocatore era enorme e lo stress
che il legamento doveva subire era altissimo, quindi si preferi’ non forzare,
dato che comunque non bisognava considerare i tempi di recupero fisico in
senso stretto, visto che mussini in pratica nn si allenava.
Quando rientro’ in campo, nove mesi dopo, ritrovo’ l’inter a meta’ classifica,
orfana del suo condottiero e in grave crisi d’identita’.
La prima punizione che batte’ fu pero’ una grave delusione. Una svirgolata che
fini’ in gradinata, accolta comunque da timidi applausi.da quella posizione
l’anno passato aveva segnato sei gol e sfiorati almeno altrettanti.i tifosi
avevan paura che il giocattolo si fosse rotto.
Le partite successive parti’ dalla panchina, per subentrare nel secondo tempo
ma ci vollero altre dieci partite prima che ritrovasse la confidenza con il
gol. L’incidente pero’ aveva intaccato la sua purezza e bonta’ di spirito,
facendolo diventare piu’ cinico, quasi cattivo in alcune circostanze,
sicuramente vendicativo. Nonostante Guerino (il giocatore che gli provoco’ la
rottura del legamento) avesse domandato pubblicamente scusa, alla prima
partita in cui si ritrovarono uno contro l’altro, la prima punizione che
mussini tiro’ fu di fatto un’eseguzione capitale: colpito in faccia, Guerino
rischio’ la vita, venne portato in rianimazione, e dovette smettere di
giocare, rischiando la sedia a rotelle. Chiunque si azzardava a fare fallo,
veniva ripagato con la stessa moneta , ma dieci volte piu’ dolorosa e ,
soprattuto, legale.
Almeno fino ad allora.
La sampdoria, infatti, fece causa penale al giocatore, per danni diretti, dopo
che un suo giocatore fu spedito in infermeria per un colpo ai genitali
ricevuto da una punizione di Mussini (che accidentalmente fini’ per segnare
comunque). Non era mai successa una cosa del genere, ma non c’era manco mai
stato un giocatore come mussini.
Visto che i casi si moltiplicavano, bisognava trovare un compromesso, o una
soluzione. Ritenere penalmente responsabile dei danni che provocava era , di
fatto, unlimite inaccettable per un giocatore come lui, che della potenza
faceva la sua forza, ma ignorare i danni voluti che era arrivato a causare era
impossibile. Bisognava trovare un compromesso.Fu permesso ai giocatori in
barriera di indossare delle protezioni alla faccia e a tutti i giocatori venne
imposto un tutore che proteggesse i genitali. La stessa regola fu estesa e
resa opzionale in tutte le federazioni internazionali pacificando giocatori e
societa’. Mussini fu dichiarato innocente al processo, ma l’impatto
dell’evento sulla sua psiche fu altissimo.
Perse grinta, e il numero di goal che segno’ nel resto della stagione fu
decisamente sotto la sua media. Ciononostante, a ventiquatto anni aveva gia’
segnato quasi cento goal in campionato, in meno di quatto anni di serie A.
In europa l’inter riusci’ a vincere la champions league l’anno successivo, e
ancora una volta i gol di Mussini furono decisivi. Fino ad allora, per dirne
una, aveva sbagliato solamente un rigore su ventuno che ne aveva tirati, e
solo perche’ aveva preso l’incrocio. La partita era finita comunque tre a uno.
Gli europei furono la ribalta internazionale che Mussini e l’italia
aspettavano da tanto tempo, ed effettivamente non ci fu storia.vinse la
classifica capocannonieri con undici goal, segnandone addirittura tre in
finale, uno su rigore, uno su punizione e uno direttamente dal corner, una
novita’ per il suo eclettico campionario.fu il trionfo.
In tutto il mondo incominciarono a nascere cloni mal riusciti di Mussini,
imitatori con un decimo delle capacita’ balistiche che cercavano di sfruttare
l’onda lunga dell’idea dello Specialista in un mondo che sembrava accettare
l’eccezzione solo per Mussini, ma quasi nessuno riusci’ ad imporsi in maniera
cosi’ efficace.
Mussini, d’altro canto , sfrutto’ il momento divertendosi a piu’ non posso,
organizzando dei tour autocelebrativi che lo vedevano al centro di uno
spettacolo dove metteva in mostra le sue doti balistiche; alcuni tricks
prevedevano il goal segnato da porta a porta senza che la palla toccasse
terra, la rete spezzata e i dieci pali colpiti di fila.
Il pubblico era in delirio,e solo dopo anni si venne a sapere che i soldi
raccolti furono dirottati nelle casse di una fondazione che curava i ragazzi
obesi.l’anno nuovo comincio’ e l’unico trofeco che mancava al palmares del
giocatore era la coppa del mondo.
Arrivo’ due anni dopo.
E anche sei anni dopo.
Vinse l’ultima a 34 anni, pur partecipando all’edizione successiva ma senza
risultare decisivo, riuscendo comunque a portare l’italia in semifinale.
Squadra Stagione Presenze Goal
Matera 2008-2009 1 2
Matera 2009-2010 10 21
Genoa 2009-2010 3 4
Genoa 2010-2011 26 41
Inter 2011-2012 28 42
Inter 2012-2013 6 10
Inter 2013-2014 30 43
Inter 2014-2015 28 42
Inter 2015-2016 28 33
Inter 2016-2017 32 48
Inter 2017-2018 30 35
Inter 2018-2019 31 34
Inter 2019-2020 25 30
Inter 2020-2021 29 37
Inter 2021-2022 18 21
Inter 2022-2023 21 29
Inter 2023-2024 26 33
Inter 2024-2025 26 39
Inter 2025-2026 25 29
Inter 2026-2027 30 28
Inter 2027-2028 31 28
Inter 2028-2029 18 19