la sala del maggior consiglio era piena, anche se i partecipanti erano stati selezionati minuziosamente ed avevano dovuto giurare di non divulgare per nessun motivo la ragione di quella riunione. Tutti i personaggi piu' abbienti della citta' erano in attesa di sentirlo parlare, mercanti, nobili, investitori.
luca ed il suo socio entrarono nella sala, catalizzando l'attenzione dei molti occhi sottili verso di loro. aspettavano il giudizio sulla loro proposta, una proposta fatta alla citta' e alla quale la citta' doveva dare una risposta. si sedettero, mentre il doge entrava nella sala, nelle sue mani il giudizio finale.
il doge guardava sovrano dalla sua postazione , lentamente da destra a siinstra come per appurarsi che alcune persone chiave fossero presenti. poi fece un cenno, e luca si alzo', lentamente .osservo' quella variopinta umanita', quasi sorrise a vederli tutti presi dai loro pacchiani vestiti, poi chiuse gli occhi e comincio':

"signori e signore, innanzitutto vi ringrazio per la partecipazione cosi' numerosa. e' importante che questa iniziativa riceva l'appoggio di tutta la citta', ma in special modo la vostra. la citta' e' fondata sia dai suoi cittadini che dai suoi padroni , ed in questo momento voi rappresentate le obbligazioni che il vostro ceto sociale vi impone nei confronti dei cittadini che comandate. siete stati informati sulle richieste che io ed il mio socio siamo qui a farvi, e siete anche stati informati su cio' che riceverete in cambio del vostro aiuto, e anche a quale prezzo.
la citta' e' al suo massimo splendore. i traffici vanno bene, il porto funziona come non mai, una potente flotta difende la citta' circondata da poderose mura. spedizioni commerciali hanno raggiunto ogni angolo in cui vale la pena andare nel mediterraneo , e i traffici si sono consolidati oramai da alcune generazioni, senza che si veda motivo o ragione che possa portare tali traffici a scemare. i nostri vicini sono tenuti a bada dalla potenza delle nostre navi e dalla forza della nostra moneta. le nostre mogli portano in grembo una generazione che aumentera' ancora la nostra influenza nel mondo, aumentando ancora la nostra ricchezza. l'influenza del mondo, la ricchezza. ma forse c'e' un'altro modo. forse c'e' un'altra via.forse il nostro mondo non e' tutto qui, forse c'e' dell'altro che va esplorato, nuove terre da conquistare, nuovi mercati con cui commerciare, nuove rotte da percorre. da molti decenni oramai abbiamo navigato a vista dalla costa, subendo la paura della notte ma persistendo, andando lontano , in terre quasi mistiche, e ritornando spesso vittoriiosi. i nostri antenati hanno combattuto nella guerra santa, portando pace alla casa del signore e tornado carichi di spezie, facendo crescere la citta', facendole guadagnare il soprannome di superba.
superba, un nome offensivo per altri, ma un vanto per noi, per la nostra gente. cosi' cocciuti da proseguire da soli, decisi di raggiungere l'autonomia e con una determinazione senza eguali. una citta' che e' un'esempio per il resto del mondo. vorra' questa splendida realta' non accettare la sfida che vi proponiamo?" disse guardando il suo socio, che quasi si vergogno' di quella improvvisa attenzione. intanto consultava le sue carte,come a cercare conferme in quello che vi vedeva disegnato sopra
" noi vi chiediamo un piccolo investimento, una piccola flotta ed un pugno di uomini.una scommessa per il futuro, un'azzardo che da tempo la citta' non prendeva. ma non e' un'azzardo prestare i soldi a dei Re stranieri farabutti? non potrebbero non mantenere la parola? e perche' la mia parola deve contare meno di quella di un re?cosa valutiamo quando facciamo un'affare o prestiamo dei soldi? non sono forse gli stessi rischi? sicuro, ma nessuno vi ha mai promesso un premio eguale al nostro. e' vero, abbiamo chiesto degli anni, non dei giorni o dei mesi, prima di portare i risultati, ma chi, se non la superba potrebbe accettare questa sfida? chi volete che lo faccia al posto vostro? come riuscireste a dormire se tutto cio' che vi ho promesso venisse consegnato nelle mani di qualche altra potenza?
fate i vostri conti, noi aspettiamo una risposta."
il doge aveva gia' presa una decisione, e non aspetto' oltre
" la citta' di genova ha deciso di approvare la vostra richiesta, anche se non nei termini da voi richiesti. vi verra' assegnata una flotta di cinque navi, cinque caravelle con l'equipaggio di 100 uomini.dovrete portare delle prove della veridicita' di cio' che asserite entro un'anno da oggi. nel frattempo NON comincieremo la pianificazione di un'armata di mercenari da inviare in terre lontane per una colonizzazione, non lo faremo finche' non avremo ricevuto le prove che promettete. abbiamo comunque raggiunto un'accordo per creare un gruppo che si occupera' della pianificazione di tale impresa a livello teorico, composto da ignegneri, strateghi, mercanti e soldati. al vostro ritorno, se le prove saranno soddisfacenti, seguiremo i consigli di cio' che il gruppo suggerira' di fare. questo e' quanto"
il brusio sembrava un brusio soddisfatto. la gente si guardava e sorrideva, qualcuno era dubbioso, ma alla fine era abbastanza soddisfacente. con un po' di fortuna sarebbe andato tutto a posto.
guardo' il suo socio, e sorrise, poi lo abbraccio'. doveva essere tutto strano per lui, trovare qualcuno che credeva in lui, nelle sue idee, nelle sue mappe, qualcuno che si appassionasse tanto alla sua idea da farla quasi propria e portandola a compimenti in una maniera da lui forse mai immaginata.
"cristoforo, andiamo a festeggiare.fra breve si parte" disse luca
ce l'aveva fatta, oramai lo sapeva, lo sentiva dentro.era tornato indietro , era riuscito a contattare Colombo. il mondo avrebbe parlato genovese, non inglese o spagnolo.