sono nata 19 anni fa in un villaggio a sud di kathmandu.
i miei ricodi piu' lontani si limitano ad una casa abbastanza pulita, mia madre
che mi insegnava a cucinare il chapati, la nonna che guardava mentre camminavo
verso di lei con le braccia aperte. l'odore del dopobarva di mio padre. a tre
anni e mezzo, i saggi del villaggio dissero a mia madre che avevo le
potenzialita' per diventare una kumari. i miei furono felicissimi era un grande
onore. io non sapevo cosa fosse una kumari. mia madre mi porto' a vedere dai
saggi della citta', e il mio nome venne messo in una lista assieme ad altri 73
nomi. si diceva che poteva volerci poco, che la vecchia kumari era prossima a
lasciare, che presto ci sarebbe stato bisogno di una nuova kumari.
mia madre un giorno entro' nella mia stanza piangendo, e mi disse che la vecchia
kumari aveva raggiunto il suo tempo, e che la ricerca della nuova era iniziata.
mi disse che dovevo andare al palazzo, e sottopormi ad altre prove. venni
esaminata ancora una volta, poi mi portarono in una stanza buia, dove apparvero
degli uomini con delle maschere di animali , che cercavano di farmi paura. a me
ricordavano gli animali che avevamo nel villaggio, solo piu' grossi, ma erano
silenziosi e non facevano rumore; non ebbi paura e mi dissero che avevo passato
la prova, mancava l'ultima. entrai in una stanza, piena di vestiti molto bellil,
accatastati in pile disordinata, e mi chiesero di dirgli quali secondo me
appartenevano alla precedente kumari. ne scelsi uno, e tutti sorrisero e si
inginocchiarono.
sarei stata la nuova kumari.
dopo i riti di purificazione, mi portarono a casa, e mi misero a sedere sul mio
trono. quella fu l'ultima volta che toccai terra con i miei piedi, per i
successivi nove anni.
venni truccata, e mi presentarono i miei nuovi badanti. mi diedero pochissime
istruzioni, e tutto cio' che chiedevo mi veniva dato. e' strano, ma a quattro
anni non hai molte esigenze aldila' del mangiare, del giocare e del dormire.
potevo giocare, anche se sembrava quasi che fosse diventata una cosa brutta ma
intorno a me avevo vari bambini con cui farlo, anche se c'era sempre
un'atmosfera di deferenza assoluta nei miei confronti. venivo lavata, nutrita,
spostata, non dovevo fare nulla, quando mi portavano in strada a fare un giro,
migliaia di persone mi veneravano come fossi una dea. persino il re arrivo' un
giorno, durante una grande festival, si accuccio' e mi bacio' i piedi.
piano piano , mi spiegarono chi ero, ma era strano, facevano riferimenti a cose
che quasi avrei gia' dovuto sapere. capii il mio ruolo, alla fine.
ero la dea incarnazione di durga. il mio sangue racchiudeva l'energia
potenzialmente distruttiva della dea madre, il corpo di una bambina era quello
adatto a contenerla.
giocando un giorno, un mio compagno di giochi cadde e si taglio' una gamba. il
sangue che usci' dalla ferita era una novita' per me, non sapevo che se ti
tagli, sanguini. mi dissero che a me non sarebbe mai dovuto succedere, che
senno' avrebbero dovuto cercare un'altra kumari. io non capii quel giorno, ma
una volta mi feci un piccolo taglio in un dito, con libro, mentre nessuno stava
guardando. succhiai il dito fino a che la ferita si chiuse, e feci attenzione a
non farlo scoprire da nessuno. non ero sicura che cosa volesse dire che ne
avrebbero dovuta cercare un'altra, ma la cosa mi le piaceva.
gli anni passarono e io continuavo nella mia vita da reclusa di lusso. gli abiti
riccamente adornati, la portantina d'oro e la gente che mi guardava con
devozione. nel frattempo crescevo, e allo scadere del sesto anno, il mio seno
incomincio' a dolermi. venne chiamato un medico, che disse che era normale, che
la fare puberale stava iniziando. vidi uno sguardo di disappunto negli occhi dei
miei servitori, non capivo il perche'. nei mesi successivi vidi aumentare
l'agitazione , i controlli medici aumentavano allo stesso modo, mi dissero che
il mio involucro aveva portato dentro di se l'energia della dea per troppo
tempo, che presto si sarebbe rotto e che la dea avrebbe cercato un'altro corpo.
nessuno mi disse cosa sarebbe successo a me dopo. tutti si riferivano a me come
se fossi la dea stessa, come se conoscessi l'inevitabilita' della mia sorte.
una notte, erano gia' diversi giorni che avevo un forte mal di pancia, mi
svegliai in silenzio, mi sentivo strana. tra le gambe sentii qualcosa di
bagnato; nella notte , senza farmi vedere da nessuno, guardai e vidi che era
sangue. mi misi ad urlare, avevo paura, i servitori accorsero. per la prima
volta in nove anni, poggiai i piedi a terra. era finita. dopo tre settimane vidi
insediarsi al mio posto una nuova bambina, era lei la nuova kumari. mi dissero
che potevo toranre a casa, i miei genitori, che fino ad allora avevo visto
soloin occasioni speciali e che da anni non potevano abbraciarmi e trattarmi
come se fossi una figlia loro, mi portarono dove ero nata. ci vollero anni per
recuperare il tempo perduto. imparai a scrivere e a leggere piuttosto
velocemente, nonostante tutto, ma era difficile adattarsi ad una vita in cui
tutto doveva essere guadagnato, non esistevano servitori che facessero le cose
per te. le persone mi guardano diversamente adesso, e quando il tuo mondo cambia
tanto ferocemente, la vita ha un gusto tutto diverso.