non ci voleva credere.
era davvero fortunato.
una serata cosi' di merda, che d'un tratto si era trasformata nell'ennesima scopata.
e poi, la sua preda questa volta era davvero pregiata.
erano in casa sua, l'aveva convinta a salire con una facilita' sorprendente, un po' come ai vecchi tempi quando trovare una che ci stava era un gioco da ragazzi. tutto era cominciato a quella noiosa festa di compagni di classe, una cosa insulsa con persone insulse, vedere persone conosciute da giovani essersi ridotte a rottami umani, donne sfiorire della loro bellezza e perdere rughe come petali di un fiore oramai morto, uomini canuti con la stanchezza della vita davanti agli occhi.
lui no. lui si sentiva giovane, si sentiva vivo, ed indubbiamente era diverso da quella carnevalata a cui si trovava di fronte.
poi vide lei.
alice.
la sua ragazza delle superiori, uno dei suoi primi amori.
lei lo squadro', sorrise, e gli porto' un bicchiere. iniziarono a chiaccherare.

lei stava sopra, e si era gia' tolta la maglietta, mostrando un seno sodo ed altletico, probailmente era vero che passava molte ore in palestra.
faceva la giornalista, come aveva sempre sognato, ma non aveva voluto dirgli nient'altro della sua vita, se era sposata, se aveva avuto molti uomini, se era felice. ma a lui non importava, l'importante era quel corpo ancora giovanile che stava per diventare suo.
erano stati una coppia molto tempo fa. ricordare quei tempi della gioventu' era molto bello, anche se ovviamente i ricordi belli duravano fino ad un particolare giorno, l'ultimo in cui l' aveva vista fino ad oggi. eh, l'aveva combinata grossa.
farlo in camera sua, nel suo letto, con la sua migliore amica.
lei era entrata proprio mentre lei lo stava sbocchinando, mentre lui le stava venendo in faccia. al culmine del piacere, il culmine della vergogna.
le scuse furono inutili, e anche se erano giovani, lei la prese male. non la vide piu', usci' dal giro di amici, e di lei non seppe piu' niente, anche se conoscenti commentavano su come fosse stato un brutto colpo per lei.
ma quello era il passato, adesso lei era li, si era tolta il reggiseno e solo le mutandine la separavano dalla nudita'. e lo baciava con foga, senza sorridere, presa dal momento.
curioso come il tempo cambi le cose, penso' lui, pensavo che ce l'avrebbe avuta con me per tutta la vita. forse si e' resa conto che era una ragazzata, che eravamo giovani. cosa importa.
si tolse le mutandine, lasciandosi osservare
"sei bellissima" ammise lui. lei per la prima volta sorrise.
gli si avvicino, ando' verso i pantaloni e con abile mossa glieli sbottono', per poi toglierglieli e mostrare il suo cazzo eretto.
evvai, adesso me lo succhia! penso' eccitato, mentre il pisello rispondeva agli stimoli.
lei avvicino' la bocca, e lo fece attendere per qualche secondo prima di avvolgerlo fra le labbra.
e succhiava, e succhiava. dio se era brava, era il miglior pompino della sua vita, e di pompini se ne era fatti fare, lui.
assolutamente.
e succhiava, e succhiava.
si sentiva quasi in colpa per essersela lasciata scappare, aveva scelto una vita diversa, e'vero, si era divertito un sacco, senza mai attaccarsi troppo a nessuno.
lei si fermo' per un attimo, per avvicinarsi alle sue orecchie per sussurargli " dimmi quando stai per venire" , e lo disse con la voce piu' erotica che avesse mai sentito.
poi si abbasso' e contnuo' il lavoretto,mandandolo in estasi.
che porca, penso' lui, vuole che gli venga in faccia, come quando mi ha beccato con quell'altra. sono strane queste femmine.
e succhiava, e succhiava.
e lui giunse al limite, stava quasi per venire, era li li, ma riusci' lo stesso a mormorare" vengo, ahh". lei lo guardo' negli occhi, poi lui li chiuse.
il piacere sali', sali' , raggiunse il culmine, e prima di esplodere si mischio' con un altra sensazione, strana, aliena, intensissima.
un dolore cieco, cosi' forte da confondersi con l'orgasmo lo raggiunse al basso ventre, per poi localizzarsi al suo cazzo.
urlo', urlo' come mai in vita sua aveva fatto, e apri' gli occhi.
lei stava li, e GLIELO VIDE FARE, vide che sputava un pezzo di carne dalla bocca, IL SUO!
i suoi occhi erano freddi, glaciali, la sua faccia sporca di sangue. fece un gesto con il viso, poi raccolse i vestiti e fece per andarsene.
lui si contorceva nel dolore , impotente e impossibilitato ad azlarsi, per andare a fermarla, mentre con le mani cercava di fermare un copioso fiotto di sangue che sgorgava dal moncherino che aveva fra le gambe.
l'ultima cosa che ricordava fu lei, che usciva, soddisfatta, mostrandolgi il dito, per poi chiudere la porta e lasciarlo nel suo dolore.
non ho dimenticato, stronzo, disse dall'altra parte.